BILANCIO & REDDITO D'IMPRESA

Bilanci 2019 archiviati, dopo la pausa estiva riflessioni sul 2020

Il lungo iter dell’ approvazione dei bilanci 2019 in stato di emergenza Covid-19 è stato accompagnato, nella sua fase finale, da una serie di chiarimenti pervenuti da Oic (Interpretativo 6), Assirevi (Ddr 235), Cndcec e Fnc in sintonia con Assonime e Confindustria (trattamento contabile della cancellazione del saldo Irap relativo al 2019). È opportuno ora concentrarsi sui bilanci 2020 , che presenteranno aspetti problematici e di non facile soluzione .

Finanziamenti alle imprese dopo la conversione del decreto “Liquidità”

A seguito degli eventi del Covid-19 sono state varate alcune misure finalizzate a fornire la necessaria liquidità alle imprese per la ripartenza della loro attività , intesa come finanziamento delle esigenze del circolante (pagamento degli stipendi e dei fornitori, accumulo delle scorte). Queste misure, che fanno leva sulla concessione di garanzie agli istituti di credito finanziatori , sono indirizzate da un lato alle grandi imprese , dall’altro alle Pmi , con estensione, in tale ipotesi, alle cosiddette “ mid cap ” fino a 499 dipendenti . Nel primo caso la garanzia è fornita da Sace , nel secondo caso dal Fondo Centrale di Garanzia . Le due misure, introdotte dal Dl “Liquidità” sono state cambiate e rafforzate nell’ambito dell’ iter di conversione. È utile soffermarsi sulle modifiche rispetto all’impianto originario, per comprendere appieno la portata di queste misure nell’ambito dell’erogazione di prestiti alle imprese colpite dalla pandemia.

Doppio incentivo per gli aumenti di capitale nel decreto “Rilancio”

Tra le molte misure di sostegno post emergenziale del Dl 34/2020 , assume particolare rilevanza quella contenuta nell’ articolo 26 , che attribuisce un doppio credito di imposta (soci e società) per gli aumenti di capitale in denaro effettuati entro il 31 dicembre 2020 . Il meccanismo applicativo risulta però particolarmente complesso .

Bilanci bancari tra provvedimenti della Banca d’Italia e principi Ias/Ifrs

Gli intermediari bancari , pur essendo a tutti gli effetti imprese, sono tenuti a seguire specifiche norme in tema di bilancio : da un lato, i principi contabili Ias/Ifrs e, dall’altro, i provvedimenti emanati a vario titolo dalla Banca d’Italia. Si propone una lettura/analisi del bilancio bancario contraddistinto da fenomeni e situazioni del tutto peculiari .

Ifrs 9 alla prova della crisi, prime considerazioni

Nel 2008 i principi contabili internazionali e, in particolare, lo Ias 39 , furono aspramente criticati, in quanto si disse che non erano stati in grado di prevedere e rappresentare correttamente gli impatti dell’imminente crisi. Alla luce di quelle critiche, negli anni successivi, è stato sostanzialmente rivisto il modello di impairment per gli strumenti finanziari , con l’adozione dal 2018 dell’ Ifrs 9 . Questa crisi è la prima prova sul campo della capacità dell’Ifrs 9 di superare le critiche mosse allo Ias 39. Solo nei prossimi mesi potremo avere risposte definitive, ma i risultati delle trimestrali sono incoraggianti : l’inclusione degli scenari futuri e la valutazione con logica expected degli strumenti finanziari, se applicati in modo appropriato, appaiono in grado di fornire ai lettori del bilancio la corretta rappresentazione della situazione corrente.

I nuovi schemi di bilancio per gli enti del Terzo settore

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dm 5 marzo 2020 sono definiti i nuovi schemi di bilancio che gli enti del Terzo settore dovranno seguire nell’attività di rendicontazione dal prossimo anno. I modelli si basano sull’ impostazione delineata dal Codice del Terzo settore (articolo 13 del Dlgs 117/2017), il quale distingue tre diverse tipologie di bilanci, a seconda della natura (commerciale o meno) dell’ente e del volume di entrate realizzate nel corso dell’esercizio. Gli schemi e i criteri redazionali prendono ispirazione dai bilanci civilistici delle società, i quali vengono opportunamente riadattati in base alle peculiarità del mondo non profit . La struttura è fissa, ma permane un certo margine di flessibilità in capo agli enti , i quali potranno accorpare o suddividere alcune voci, aggiungerne di nuove o eliminarne altre, in base alle specifiche esigenze, ferma restando la necessità di garantire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale-gestoria e una chiara intellegibilità delle scritture.

Il recesso del socio nella Srl, disciplina e aspetti peculiari

Con la riforma del diritto societario introdotta dal Dlgs 6/2013 , è stata delineata, per le Srl , una disciplina, per molti aspetti, distinta e autonoma rispetto a quella delle Spa . In tale ambito rientra anche l’ipotesi del recesso del socio , regolata per la Srl in maniera specifica dall’ articolo 2473 del codice civile . Si propone quindi un’analisi delle peculiarità della fattispecie nei profili civilistici, contabili e fiscali.

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