BILANCIO & REDDITO D'IMPRESA

Valutazione delle rimanenze, costi di produzione e inefficienze produttive

Le rimanenze sono iscritte al costo di acquisto o di produzione ovvero, se minore, al valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato. Soffermandosi sul costo di produzione , il principio contabile nazionale Oic 13 “Rimanenze” indica che i costi di trasformazione delle rimanenze devono includere i costi direttamente correlati alle unità prodotte (come il lavoro diretto e le materie prime) e la quota dei costi generali di produzione fissi e variabili sostenuti per convertire le materie prime in prodotti finiti. Per la valutazione delle rimanenze risulta fondamentale e particolarmente critica la determinazione dei costi di produzione (diretti e indiretti), che rappresentano un’attività da iscrivere nel bilancio con la finalità di correlare i costi ai relativi ricavi nel momento in cui verranno realizzati, e la determinazione del valore netto di realizzo .

Compravendita con obbligo di retrocessione, trattamento contabile e informativa

Un contratto di compravendita con obbligo di retrocessione si sostanzia in un contratto nel quale, a fronte di una prima vendita ( cessione a pronti ), sussiste l' obbligo, in capo al primo venditore, di riacquistare il bene originariamente ceduto a una data e a un prezzo prefissati ( riacquisto a termine ) e contemporaneamente un impegno da parte dell’acquirente a retrocedere il medesimo bene . Il trattamento contabile, previsto dalle norme del codice civile, per tali tipologie di operazioni, prevede che le attività oggetto di un’operazione di pronti contro termine con obbligo di retrocessione debbano rimanere iscritte nel bilancio del venditore in ottemperanza del principio della prevalenza della sostanza sulla forma .

Codice della crisi d’impresa, tra rinvii e contenuti anticipati

Il Dl 118 del 24 agosto 2021 , recentemente convertito dalla legge 147 del 21 ottobre 2021 , rappresenta lo strumento con il quale il governo attuale prende ulteriormente posizione (dopo il c.d. “decreto correttivo”) riguardo alla crisi di impresa e, in particolare, attua tre diverse tipologie di intervento : rinvio del codice della crisi di impresa , immediata attuazione di un set di norme correttive e innovative della legge fallimentare e introduzione al 15 novembre di un nuovo percorso di risanamento denominato “composizione negoziata della crisi di impresa”. Si analizzano le disposizioni immediatamente applicabili.

Composizione negoziata della crisi di impresa, presupposti, percorso, effetti

La composizione negoziata della crisi rappresenta un percorso cui possono accedere gli imprenditori in presenza di condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rendano probabile la crisi o l’insolvenza , ove sussista, d’altra parte, la ragionevole perseguibilità del risanamento dell’impresa . Individuata una via per il risanamento realisticamente percorribile , da condividere auspicabilmente con l’organo di controllo, l’imprenditore sarà chiamato a svolgere considerazioni preliminari al deposito dell’istanza di nomina dell’esperto . Ci si sofferma sulle caratteristiche e sul ruolo dell’esperto professionista, per poi procedere nell’ iter di apertura del percorso , di cui vengono descritte caratteristiche, diritti e doveri delle parti, misure cautelari, autorizzazioni, effetti.

Enti del Terzo settore, rendicontazione delle attività diverse

Con il decreto interministeriale 107 del 19 maggio 2021 , pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 luglio, vengono fissati i limiti e i criteri per l’ esercizio da parte degli enti del Terzo settore (Ets) delle attività secondarie e strumentali a quelle istituzionali di interesse generale . In questo modo si completa, anche in vista dell’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) , il quadro normativo che delinea il perimetro delle attività degli Ets. La riforma infatti dà la possibilità agli enti del Terzo settore di svolgere, accanto alle attività di interesse generale, ulteriori attività , purché secondarie e strumentali. In questo modo, si assiste a un superamento delle restrizioni previste nelle precedenti legislazioni di settore (come nel caso delle attività connesse delle Onlus e di quelle commerciali e produttive marginali delle organizzazioni di volontariato) consentendo di fatto agli enti di potere fruire di ulteriore e apprezzabile strumento di autofinanziamento .

Le Entrate insistono sul reddito di impresa della Stp, il principio di competenza

A prescindere dalla fonte , il reddito della Stp costituisce reddito di impresa , per cui gli investimenti in beni strumentali posti in essere fruiscono dei crediti d’imposta riservati alle imprese, come, ad esempio, il credito “Industria 4.0” e il credito d’imposta per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno. È il nuovo chiarimento delle Entrate che insiste su tale teoria, che tuttavia comporta un problema più rilevante in relazione alla determinazione del reddito , non più “per cassa” (tassazione dei compensi “incassati”), ma in base al principio di competenza , che comporta radicali cambiamenti anche da un punto di vista contabile-amministrativo per i professionisti.

Le imposte si calcolano sul reddito e non sull’utile d’esercizio

Determinare correttamente il reddito imponibile evita contestazioni con il Fisco . Non bisogna fermarsi al risultato d’esercizio : questo è solo il punto di partenza per poi aggiungere o sottrarre ed effettuare degli aggiustamenti . Per procedere nei lavori, occorre dapprima rispondere correttamente e con tempestività al questionario che l’Ufficio invia al contribuente controllato . Parte bene nella propria difesa chi rispetta il secondo comma dell’articolo 32 del Dpr 600/1973 1 , che stabilisce che il termine concesso per la risposta non può essere inferiore a 15 giorni dalla data di notifica dell’invito e dalle richieste stesse. Ciò perché, se si verificasse un ritardo nella trasmissione, questi non potrebbero essere presi in considerazione a favore del contribuente in fase amministrativa o contenziosa. In caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, fattispecie oggetto della sentenza qui in commento, l’Ufficio, per calcolare il reddito da tassare, avrebbe potuto applicare anche il metodo induttivo puro, il cui risultato avrebbe portato a determinare un reddito da tassare più alto rispetto a quello che in effetti ha quantificato. Se gli errori della società sono ripetuti per più annualità , l’Ufficio può definire la contabilità inattendibile con tutte le conseguenze del caso.

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